Posted on: 27/12/2024 Posted by: Alfonso Menichini Comments: 0

Tra il 2010 e il 2020, in Italia si sono registrati 16.993 decessi causa da mesotelioma maligno, un tumore aggressivo legato quasi esclusivamente all’esposizione all’amianto, con un’incidenza di 3,79 casi ogni 100.000 abitanti.
A rivelarlo è il rapporto Istisan “Impatto dell’amianto sulla mortalità. Italia, 2010-2020”, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Le regioni più colpite 
Le aree maggiormente interessate dal fenomeno sono Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria mostrano le regioni maggiormente interessate, con un tasso di mortalità significativamente superiore alla media nazionale. Complessivamente, il numero di decessi è stato superiore alle attese in 375 comuni, molti dei quali situati in aree industriali o cantieri
Le località con una lunga storia di esposizione all’amianto sono:
cantieri navali (come Monfalcone e La Spezia)
ex fabbriche di cemento-amianto (come a Casale Monferrato e Broni) 
poli industriali (come Taranto e Napoli)
Nonostante la gravità del quadro complessivo, emerge un dato incoraggiante: una significativa riduzione dei decessi tra le persone sotto i 50 anni. I morti in questa fascia d’età sono passati da 31 nel 2010 a 13 nel 2020. tuttavia, la maggior parte delle vittime continua a essere rappresentata da persone esposte decenni fa, soprattutto in ambiti lavorativi, ma anche in contesti urbani o domestici.
Il rapporto sottolinea l’importanza di questi dati per individuare le zone più a rischio e potenziare interventi di prevenzione, bonifica e sorveglianza sanitaria, indispensabili per proteggere la popolazione dagli effetti a lungo termine dell’esposizione all’amianto.
Distribuzione del rischio di mortalità per mesotelioma maligno in Italia (2010-2020)
o studio ha analizzato la mortalità per mesotelioma maligno, identificando le aree a maggior rischio tramite metodi di clustering spaziale. Questi strumenti consentono di ridurre le oscillazioni statistiche tipiche dei piccoli comuni, fornendo una mappatura più accurata delle zone critiche, spesso correlate a esposizioni storiche all’amianto.
Metodi e risultati principali
La ricerca ha utilizzato diversi approcci statistici per calcolare il rischio di contrarre il mesotelioma in Italia, tra cui:
Confronto del rischio tra macroaree geografiche (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Isole);
Analisi del rischio a livello comunale per distinguere le variazioni casuali da quelle geograficamente determinate;
Identificazione dei comuni con un rischio relativo (RR) maggiore di 1, indicativo di una probabilità significativa.
Aree critiche
Sono emerse numerose zone
Ex fabbriche di cemento-amiantoCasale Monferrato, Broni, Bari
Aree portuali e cantieristiche: Monfalcone, Trieste, Napoli
grandi poli industriali: TarantoGenova, La Spezia, Livorno
zone specifiche: 
Napoli (rischio elevato per entrambi i generi, con esposizioni sia urbane sia industriali), 
Piacenza (eccesso maschile non spiegato, meritevole di ulteriori studi), 
Biancavilla (per esposizione a fibre cancerogene naturali)
Numeri chiave
43 comuni a rischio negli uomini, con 2.149 decessi (17,5% del totale maschile), con concentrazione in Piemonte e Lombardia
20 comuni a rischio nelle donne, con 420 decessi (8,9 del totale dei decessi femminili) con concentrazione in Piemonte e Lombardia
Conclusioni
Il rapporto conferma il legame tra le aree a rischio e le attività storicamente legate all’amianto, includendo anche esposizioni non lavorative. L’utilizzo combinato dei metodi di analisi ha permesso di identificare sia aree già note sia nuove zone che necessitano di ulteriori app
Questi risultati rappresentano un elemento cruciale per migliorare la sorveglianza sanitaria e pianificare interventi di prevenzione e bonifica, fondamentali per mitigare l’impatto dell’emergenza sanitaria.

Leave a Comment